La pandemia dovuta al virus SARS-CoV-2 ha provocato un’emergenza sanitaria globale e costretto gran parte della popolazione a modificare le proprie abitudini quotidiane.
Questo ha interessato anche le attività professionali, per l’odontoiatria in particolare in quanto il team odontoiatrico stesso è esposta in modo maggiore rispetto ad altre attività, per la vicinanza al paziente e al contatto con possibili aerosol contaminanti.
Ecco perché è stata effettuata una revisione dell’efficacia degli antisettici ad ampio spettro contro il biofilm orale, non a solo carattere batterico ma anche virale.
La letteratura storica parla di efficacia da parte di sostanze come acqua ossigenata, iodio povidone, clorexidina, cetilpiridinio e oli essenziali.
Di questi quelli che potrebbero risultare più efficaci in una sorta di decontaminazione momentanea del cavo orale risultano essere perossido di idrogeno, iodio povidone e, in minor efficacia, la clorexidina.
Il perossido di idrogeno è la comune acqua ossigenata, molecola che libera ossigeno e dal forte potere ossidante. In odontoiatria viene usato come soluzione per effettuare uno sciacquo con una concentrazione che varia dall’1% al 3%. Può essere efficace come virucida proprio per il suo potere ossidante.
Lo iodio povidone è una molecola combinata, anch’esso di uso routinario nel campo odontoiatrico. Anch’esso ha potere virucida per la sua capacità di ossidare, ma con alcune controindicazioni anamnestiche rispetto al perossido d’idrogeno.
La clorexidina è una molecola molto importante in odontoiatria, tra le altre cose, per la sua sostantività, ossia la capacità di legarsi per lungo tempo a tessuti duri e molli del cavo orale e continuare così la sua attività.
Un protocollo preoperativo studiato da esperti odontoiatri che possa aiutare la pratica quotidiana è:
- gargarismo di 15’’ seguito da 30’’ di sciacquo con perossido di idrogeno 1%, a seguire senza acqua
- sciacquo di 60’’ seguito da 15’’ di gargarismo con chx 0,20%
Va comunque ricordato che il virus responsabile di Coronavirus ha una buona affinità per le ghiandole salivari, per cui sempre presente nel cavo orale. Questo protocollo può garantire un iniziale diminuzione della carica virale, che risulta però momentanea, perché il virus non viene eliminato completamente.